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lunedì 9 settembre 2013

Recensione "Certe strade semideserte" - Storie di otto nuovi amici (in collaborazione con Edizioni Leima)

Allora andiamo, tu ed io, 
Quando la sera si stende contro il cielo
Come un paziente eterizzato disteso su una tavola;
Andiamo, per certe strade semideserte...
Comincia tutto da questi versi di una poesia di T.S. Eliot, Il canto dell'amore di J. Alfred Prufrock, presenti anche nella sinossi del libro di cui sto per parlarvi. Da Eliot partono le strade semideserte che condurranno il lettore attraverso otto storie, otto viaggi di vite diverse tra loro, storie di otto autori diversi, dal cui incontro nasce un'antologia di racconti, intitolata appunto Certe strade semideserte, edita da Edizioni Leima (clicca QUI per visitare il loro sito), casa editrice palermitana con cui siamo liete di collaborare.
Copertina del libro.
 Già dalla presentazione dell'editore, Renato Magistro, è chiaro al lettore il viaggio, comprendente otto tappe diverse, che sta per intraprendere.
Certe strade semideserte è un viaggio dell'anima. Questi otto racconti, diversi tra loro sia per contenuti sia per stili narrativi, permettono al lettore di esplorare a tuttotondo la meta proposta da ogni singolo autore, dove per meta s'intenda una meta immaginaria in grado di generare molteplici emozioni.
E lo stesso è stato per me: pagina dopo pagina, racconto dopo racconto, ho assaporato fino in fondo ogni genere d'emozione; dalla felicità all'amarezza, dal divertimento alla malinconia. È come se mi fossi seduta a tavola con otto amici, ed ognuno di loro mi abbia regalato una piccola parte di sé.
Tutti e otto gli autori, narratori famosi nella scena letteraria palermitana e non, hanno saputo trasmettermi appieno la loro personale emozione nello scrivere il loro racconto, e naturalmente nel donarlo, come il più prezioso dei doni, ai lettori.

Eccovi una piccola panoramica dei racconti componenti Certe strade semideserte:

Io come Te(x) di Giacomo Cacciatore:
La storia di Tommaso, la sua voglia di personificarsi in Tex Willer, non tra le sconfinate praterie del Texas, ma nel centro storico di Palermo, dove via Mongitore, la strada in cui, per la maggior parte del tempo, Tommaso/Tex passerà la sua vita, si tramuta per magia in Big Main Street, lo scenario perfetto per un western.
E sempre in via Mongitore - Big Main Street, Tommaso/Tex incontrerà il suo acerrimo nemico, il Turco, e sarà subito chiaro il distacco fra Tommaso e Tex, opposti fisicamente e caratterialmente.
Un viaggio in una Palermo che sembra dimenticata, ma che va riscoperta da chi a Palermo ci vive o ci ha vissuto, e che merita di essere conosciuta da chi Palermo non l'ha neanche mai visitata.

Il piano di Benjamin di Alessandro Savona:
Lo stile narrativo di Savona (autore di un altro romanzo, sempre edito da Leima, Etica di un amore impuro, QUI la recensione) è diretto e conciso, come se ti parlasse guardandoti negli occhi. La storia di Benjamin, uomo di cultura un po' impacciato ma dedito alla letteratura con tutto se stesso, ci riguarda il prima persona. Col suo tentativo di salvare i personaggi della letteratura caduti nell'oblio, Benjamin tenta di salvare la cultura stessa dall'oblio dell'ignoranza, ed è questo che anche noi de L'Ebbrezza della Cultura cerchiamo di fare, col nostro piccolo contributo.

Quando la sera è stesa contro il cielo di Valentina Gebbia:
Un racconto che prende il titolo, come l'opera intera, da un verso di Eliot, sicuramente il racconto che più mi ha commossa. Leggendolo in piedi, a voce alta, sono riuscita ad entrare nell'anima di Mayra Carolina, la protagonista, la quale, a soli dieci anni, ha già accumulato una quantità spropositata di sacrificio e sofferenza. Sono riuscita a sentire sotto la mia stessa pelle il suo disagio e i dubbi che le attanagliano il cuore, dovuti alle condizioni di povertà a cui sono costrette molte famiglie in Sudamerica, e alle pesanti conseguenze. Tuttavia Mayra troverà conforto in Rubia, un'amica a cui potrà raccontare tutto, a cui potrà aprire, come ali di farfalla, il suo cuore innocente e incontaminato dal marcio del mondo a lei circostante.

Profondo Rosso di Fabio Ceraulo:
Il titolo di questo racconto, nonostante riporti alla mente il celebre film di Dario Argento, in realtà cela una quantità inverosimile di umorismo. La storia di Ernesto detto "il Rosso", uomo dedito allo studio (sebbene non sia uno studente) e dall'aspetto imbarazzante, è quella di un moderno Salgari, il quale, pur non avendo mai viaggiato, nei suoi racconti al bar del quartiere, fulcro della vita sociale della zona, egli narra di luoghi mai esplorati dagli ascoltatori, ma soprattutto di donne, provenienti da ogni paese del globo, che hanno dato anima e corpo ad Ernesto. Tuttavia, quando la veridicità dei suoi racconti comincerà a vacillare, Ernesto, nel tentativo di trovare un escamotage, prenderà una nuova strada, e il suo destino cambierà completamente.

Lapdance di Elvira Seminara:
Col suo racconto, l'autrice riprende egregiamente la tecnica del monologo interiore che Schnitzler lanciò con Il sottotenente Gustl (se non l'avete mai letto, ve lo consiglio!) nel lontano 1900, prova che la letteratura si evolve senza dimenticare il proprio passato.
Raccontando la vicenda in prima persona, l'autrice impersona un uomo ossessionato da domande di qualsivoglia natura, concentrandosi soprattutto sulla moglie che, ne è sicuro, lo tradisce col suo migliore amico. Tuttavia l'uomo, insicuro per natura, non farà che sfuggire ai suoi problemi, rifugiandosi in se stesso.

La stazione di Marco Pomar:
Anche qui, come nel caso del racconto di Ceraulo, umorismo assicurato. Il protagonista, Ivan Palocci,  muore, e la sua idea di Aldilà viene completamente sconvolta dal dialogo con l'Orientatore, un angelo-guida che mostrerà a Palocci quanto il mondo ultraterreno, più che ai cori del Paradiso o alle fiamme dell'Inferno, sia più simile ad un ufficio di collocamento.

L'odore del sughero di Alessandro Locatelli:
La storia di come la vita di un uomo, un pianista in ascesa, cambierà per sempre, solo per aver preso la strada sbagliata. E proprio a causa di questo errore inaspettato, la sua carriera verrà del tutto stroncata. Questo racconto non è altro che una metafora di come i cambiamenti ci possano condurre 
in strade del tutto inaspettate, dove quelle che inizialmente erano le nostre priorità diventeranno soltanto minuzie, ai margini della nostra vita.

Stupor mundi di Maria Grazia Scalfani:
La protagonista dell'ultimo racconto che chiude in bellezza Certe strade semideserte, Mara, in realtà rappresenta una figura comune a molti amanti della cultura: una persona che sa, ma che viene continuamente bistrattata, sottovalutata (soprattutto in ambito lavorativo), a cui capita spesso e volentieri, per scelta e non, di affrontare una realtà del tutto priva della cultura che si apprende grazie all'amore per i libri, la musica, il cinema e all'informazione in generale. Il tutto nel quartiere popolare di Ballarò a Palermo, dove Mara vive, e dove un incidente con un abitante della zona la farà sentire ancor più diversa, ancor più lontana dalla realtà di cui fa parte.

Oltre al contenuto e allo sviluppo narrativo di tutti e otto i racconti, una cosa che ho parecchio apprezzato, e che magari potrà sfuggire ad un occhio meno attento, è la piccola introduzione che ogni autore ha scritto per il racconto di un altro autore. Ciò mi fa pensare al puro concetto di lavoro di squadra, e al giorno d'oggi, dove competere l'uno contro l'altro è all'ordine del giorno, è un concetto assai raro.
Un altro punto a favore per questo libro, considerando che noi stesse, collaborando e aiutandoci a vicenda, siamo una squadra perfettamente funzionante.

Consiglio vivamente la lettura di quest'antologia di racconti a TUTTI, indifferentemente dai vostri gusti. Vi invito a percorrerle, queste strade semideserte, proprio perché in ogni racconto, percorrendo ognuna di queste strade, troverete una diversa emozione, e senz'altro troverete una parte di voi stessi.
E non lo farete mai da soli.

Alla prossima!

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