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venerdì 5 settembre 2014

Voglia di LIBRI: "L'insostenibile leggerezza dell'essere" e "Shanghai Baby"

Cari lettori, come avrete già potuto intuire dal titolo di questo post, oggi non vi parlerò di un solo romanzo, bensì di due! Si tratta di due appassionanti letture (seppur, come vedrete dopo, in modo differente) svoltesi consecutivamente, tra fine luglio e la prima settimana di agosto, che hanno non poco suscitato, pagina dopo pagina, emozioni contrastanti e non sempre facili da spiegare per la sottoscritta.

Il primo romanzo di cui vi parlerò è senz'altro uno dei pilastri della letteratura contemporanea europea: "L'insostenibile leggerezza dell'essere" (1982) dello scrittore ceco Milan Kundera, edito in Italia da Adelphi nel 1985.
La scrittura di Kundera è...ipnotica. Le vicende comprendenti i quattro protagonisti (Tomáš, Tereza, Sabina e Franz) generano un vero e proprio quadrilatero emozionale, il cui principale filo conduttore è la scrittura in sé, fedele compagna del lettore, al quale sarà difficile non appassionarsi e soprattutto immedesimarsi in almeno uno dei protagonisti. Sebbene la storia sia ambientata nel 1968, i personaggi rispecchiano figure inossidabili, sempre attuali; tra le strade di Praga e la Svizzera, essi si ritroveranno ad intraprendere nuovi percorsi, in un viaggio più mentale che fisico, grazie al quale conosceranno il loro vero io. 
Qualora volessimo trovare una pecca a tale romanzo, essa sarebbe riscontrabile nella trama, in cui effettivamente non accade niente di speciale. Tuttavia trovo sia un piccolo scotto da pagare per mettere in rilievo ciò che di veramente importante si trova nella storia, ovvero la descrizione, attraverso interi periodi da sottolineare e rileggere più volte, degli stati d'animo dei personaggi, dall'apparente insensibilità di Tomáš, alla fragilità di Tereza - alla quale, tra l'altro, mi sono sentita più vicina - prigioniera dell'infedeltà di  Tomáš e dal ricordo di una madre ossessionata dall'esteriorità. Sebbene siano personaggi un po' più secondari, anche Sabina e Franz hanno un ruolo chiave nella storia: lei, continuamente spinta dal desiderio di catturare il mondo attraverso le fotografie e dall'incessante bisogno di amare ed essere amata, e lui, uomo debole, schiavo della quotidianità e della rigidità della moglie, alla ricerca del VERO sentimento, qualunque esso sia. 

Nella versione italiana, la traduzione del romanzo è a cura di Antonio Barbato, il quale ha (sicuramente) contribuito allo SPLENDORE dell'opera, il cui linguaggio rapisce a più riprese il lettore. Eccovi qualche estratto:
Chi tende continuamente "verso l'alto" deve aspettarsi prima o poi d'esser colto dalla vertigine. Che cos'è la vertigine? Paura di cadere? Ma allora perché ci prende la vertigine anche su un belvedere fornito di una sicura ringhiera? La vertigine è la voce del vuoto sotto di noi che ci attira, che ci alletta, è il desiderio di cadere, dal quale ci difendiamo con paura.
Una domanda per la quale non esiste risposta è una barriera oltre la quale non è possibile andare. In altri termini: sono proprio le domande per le quali non esiste risposta che segnano i limiti delle possibilità umane e tracciano i confini dell'esistenza umana. 
Ho già detto che le metafore sono pericolose. L'amore comincia con una metafora. In altri termini: l'amore comincia nell'istante in cui la donna si iscrive con la sua prima parola nella nostra memoria poetica.
Nel 1988 è stata realizzata la trasposizione cinematografica del romanzo (che non ho ancora visto), per la regia di Philip Kaufman, con Daniel Day-Lewis nel ruolo di Tomáš e Juliette Binoche nel ruolo di Tereza.


Passiamo adesso al secondo protagonista di questa recensione. 

Perdonatemi la qualità della foto!
In realtà, prima di scovare questo piccolo tesoro tra i suoi fratellini in una delle bancarelle in cui sono solita rifornirmi, non avevo mai sentito parlare né del titolo del romanzo, né dell'autrice. Si tratta di "Shanghai Baby", romanzo del 2000 della scrittrice cinese Zhou Weihui.
Protagonista della storia, definita dalla stessa autrice, "semiautobiografica", la venticinquenne Ni Ke, meglio conosciuta come Coco, laureatasi con ottimi voti alla prestigiosa Università Fudan di Shangahi, dove vive. 
Una città cosmopolita e piena di stimoli è lo scenario ideale per Coco, aspirante scrittrice, la cui unica pecca è proprio la mancanza di ispirazione, a cui il fidanzato pittore, Tian Tian, cercherà in tutti i modi di porre rimedio. 

Vero motore dell'intera vicenda è la passione, o la mancanza di essa: essendo impotente, Tian Tian non riesce a soddisfare Coco, nonostante il forte amore che provano l'un l'altra. L'irruzione, nella vita dei due giovani, di alcuni eccentrici amici, tra cui Madonna, ex maitresse (ovvero tenutaria di bordelli) convolata a nozze con un anziano miliardario, e la sua interminabile sfilza di amanti, oppure la Mela Volante, un esuberante truccatore, condurrà Coco attraverso un nuovo, inebriante viaggio, dove presto si imbatterà in Mark, tedesco, virile e fiero, capace di colmare il vuoto di passione provocato dall'assenza di vita sessuale. Tuttavia, nel percorso della riscoperta di se stessa, Coco attraverserà percorsi parecchio accidentati...

Veniamo adesso al motivo per cui ho deciso di recensire insieme proprio questi due romanzi.
Ho cominciato "Shanghai Baby" lo stesso giorno in cui, purtroppo, ho terminato la lettura de "L'insostenibile leggerezza dell'essere". Mi addentro immediatamente nella lettura, quando accade qualcosa che mi sorprende non poco...

...una strabiliante coincidenza!
Arrivata soltanto a pagina 12 del romanzo, l'autrice cita, tra tutti gli autori mai esistiti...Milan Kundera!
Come ho scritto sulla nostra pagina Facebook, per quanto possa apparire solo come una banalissima coincidenza, tutto ciò mi ha colpita non poco, e ho avuto la conferma di quel che ho sempre sostenuto: è il libro che sceglie il lettore, non il contrario.

Ulteriore parentesi riguardo "Shanghai Baby": essendo un romanzo con una forte impronta erotica (tanto da essere censurato nel mercato letterario cinese), le scene di sesso non mancano: tuttavia, penso siano delle parti fondamentali per immedesimarsi nei panni di Coco (sarebbe risultata strana l'assenza di esse!) ma, a differenza di un testo privo di qualsiasi utilità come "Cinquanta sfumature di grigio" (vi prego, vi scongiuro, non leggetelo), dove il sesso è l'unica cosa presente (e, a lungo andare, rischia di addormentare il lettore), i pensieri di Coco, le sue scelte, il suo modo di vivere la vita è, perdonate la ridondanza, VIVO, pieno di spessore, non si limita a subire le decisioni di terzi, come accade alla protagonista delle inutili sfumature...

Anche di questo libro è stata realizzata la trasposizione cinematografica, realizzata nel 2007 e diretta da Berengar Pfahl, con Bai Ling (la quale ha anche interpretato Myca, compagna di Top Dollar ne "Il corvo") nel ruolo di Coco. Non ho ancora visto il film, ma se devo essere sincera il trailer non mi ha entusiasmata molto. Vedremo.

Consiglio entrambi i romanzi agli amanti (in ambito letterario, ovviamente) della pura e trasparente manifestazione dei sentimenti, senza che essi vengano manifestati attraverso melodrammi e inutili "orpelli da banale romanzo rosa". Non li consiglio, ahimè, ai lettori più interessati alla trama, poiché potreste restar delusi. 

Avete letto questi libri? Vi sono piaciuti e/o li consigliereste? Oppure avete visto le trasposizioni cinematografiche?

Spero abbiate gradito questa doppia recensione e, se vi va, alla prossima!

Dorotea. 

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