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lunedì 1 dicembre 2014

Voglia di LIBRI: "A un passo dalla vita" di Thomas Melis

Buongiorno e buon inizio settimana!
Non c'è modo migliore per iniziare il mese di dicembre se non con un bel consiglio letterario: nello specifico, oggi vi parlo di "A un passo dalla vita", romanzo d'esordio noir/hard boiled dell'autore sardo Thomas Melis, edito Lettere Animate Editore e pubblicato giorno 24 ottobre 2014.

Ambientato a Firenze, questo romanzo racconta la storia del ventisettenne Calisto e dei suoi amici di vecchia data, il Secco e Tamagotchi. Le difficoltà economiche e il senso di inferiorità che i tre ragazzi, abituati alla realtà del Meridione, vivono costantemente, li spingerà ad intraprendere la strada sbagliata, che li condurrà al narcotraffico.

L'idea dell'autore di «mettere in luce i drammi e le contraddizioni di quella che un uomo come Mario Monti non ha esitato a definire “generazione perduta”» traspare chiaramente dal pensiero del protagonista. Pur servendosi delle classi più abbienti per concludere i propri affari, nelle discoteche più esclusive della città, Calisto osserva con sdegno e distacco il mondo dorato che le porte del narcotraffico gli hanno permesso di visitare:

Davanti a me vedevo il prodotto sociale di vent'anni di populismo degenere di stampo arcoriano [...] Una generazione di viziati consumatori tele-lobotomizzati interessati unicamente ad ottenere - senza esclusione di colpi e soluzione di continuità - tre cose: i soldi, il sesso, lo sballo. 
Di conseguenza, da un lato Calisto vive con accettazione la sua doppia vita di studente fuori sede/spacciatore, godendone appieno i benefici, ma dall'altro lato più e più volte subentra la coscienza, chiedendogli se sia effettivamente la strada giusta da percorrere, e se non sia il caso di tornare indietro. Sarà proprio il destino a rispondere per lui a questa domanda.
Il gioco di opposizione bene/male è riscontrabile in ogni parte del romanzo: esistono solo il bianco e il nero, il grigio è fuori discussione. I personaggi stessi rappresentano opposizioni: innanzitutto il Secco e Tamagotchi, il primo disinteressato a tutto ciò che non siano gli affari e il sesso, il secondo, seppur meno presente nella storia, descritto come un ragazzo visibilmente sensibile. Non mancano le figure femminili, anche qui in netta opposizione tra loro: Tati, appartenente alla classe privilegiata, il cui rapporto con Calisto cambierà radicalmente nel corso della vicenda; Beatrice, ex amore di Calisto nonché oggetto della sua sofferenza (e qui il richiamo dantesco si fa più vivo che mai); ed infine Holli, appartenente a quelli che il Secco definisce sblanka, frequentatori dei posti più cheap, in cui Calisto vedrà un barlume di speranza dal suo tanto dorato quanto tetro mondo. Altra figura fondamentale è indubbiamente quella del professor Vannucci, il quale, grazie alle proprie, coinvolgenti lezioni di economia, darà al protagonista ancor più spunti su cui riflettere sul proprio futuro. Perfino la scelta di Firenze, città d'arte per antonomasia, come sfondo di questa storia, rappresenta una forte opposizione: in uno scenario tanto decantato è possibile svelare un mondo di affari sporchi, crimine e malavita.
Altro punto a favore, spesso ahimè sottovalutato nella letteratura, è il registro linguistico utilizzato dall'autore per dar voce ai molteplici personaggi: dall'inconfondibile inflessione dialettale del Secco (le sue parole prendono quasi vita), al gergo di Hoxha e dei suoi scagnozzi albanesi, fino alle lezioni del Vannucci. Se è vero che in un romanzo il linguaggio ha parte fondamentale nel valore di un'opera, qui abbiamo davvero un buon lavoro.
Anche il finale del romanzo (che naturalmente non vi svelerò) contribuisce particolarmente al raggiungimento dello scopo che l'autore si è preposto con questo romanzo: come l'autore stesso ha dichiarato in un'intervista,  «"A un passo dalla vita" è la storia di coloro che decidono di fare la scelta sbagliata. E Calisto, pur nella sua amletica ambiguità, è uno di questi.».
Di conseguenza, consiglio la lettura di "A un passo dalla vita", prima di tutto perché è scritto in un "genere che non ha genere", che tanto un uomo quanto una donna può apprezzare. Secondo, perché si tratta, oltre che di un lavoro ben riuscito, di una storia scorrevole e coinvolgente. Terzo, perché, come scrissi tempo fa nella recensione de "Il Vurricatore" (potete leggerla QUI) trovo sia sempre interessante concentrarsi non solo sui "buoni", ma anche sui "cattivi" e soprattutto sul perché lo siano diventati. E poi il male affascina, si sa. 
Quarto, ed ultimo motivo per cui questo romanzo merita d'esser letto, è anche il più importante: diamo una volta per tutte spazio agli autori emergenti, spulciamo gli scaffali delle librerie e i siti appositi, perché potreste restare piacevolmente sorpresi. 

Note sull'autore:
Thomas Melis è nato a Tortolì, in Sardegna, nel 1980. Ha studiato presso le Università di Firenze e Bologna concludendo il suo percorso accademico nell'anno 2008. Nella vita si occupa di progettazione su fondi comunitari e consulenza aziendale per lo sviluppo. Ha collaborato con diverse riviste on line, dedicandosi alle analisi degli scenari internazionali e della politica interna. "A un passo dalla vita" è il romanzo con il quale esordisce per Lettere Animate Editore.

Scheda del romanzo su Google Play → https://play.google.com/store/books/details?id=2gEUBQAAQBAJ&source=ge-web-app

Spero abbiate gradito questa recensione e, se vi va, alla prossima!

Dorotea.

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